Coltivare la gentilezza: una chiave per il benessere
Alzi la mano quanti di noi lascia il proprio posto sull’autobus strapieno per far sedere una signora con le buste della spesa (senza pensare che avrebbe fatto meglio a non vederla!).
O chi aspetta pazientemente che un bambino al supermercato scelga la fantasia di tazza vinta con i punti o di contare tutte le monetine da dare al cassiere dopo aver rotto il salvadanaio!
Educazione, o meglio gentilezza.
Ma che cosa si intende per gentilezza?
La gentilezza è una virtù umana universale che trascende confini culturali, linguistiche e sociali.
Può essere definita come un atto di altruismo, compassione e considerazione nei confronti degli altri.
Va oltre la semplice cortesia e implica un autentico desiderio di fare del bene senza aspettarsi nulla in cambio.
La gentilezza può manifestarsi in gesti piccoli e significativi, come un sorriso, una parola gentile o un atto di aiuto.
Ma quali sono i benefici psicologici della gentilezza?
Ha senso mostrarsi così disponibili e gentili anche con chi non sembra esserne interessato o trattarci con lo stesso metro?
Ogni azione, ogni gesto che rivolgiamo a noi stessi o agli altri porta con sé innumerevoli e duraturi effetti sulla nostra salute psicofisica.
Vediamone alcuni:
- Miglioramento del benessere emotivo: gesti gentili possono stimolare la produzione di endorfine, i cosiddetti “ormoni della felicità”, contribuendo a un miglioramento dell’umore e della soddisfazione personale.
- Riduzione dello stress: la connessione sociale e la sensazione di appartenenza che la gentilezza promuove possono agire come potenti ammortizzatori contro gli effetti negativi dello stress sulla salute mentale.
- Aumento della gratitudine: chi pratica la gentilezza e ne è beneficiario tende ad avere una maggiore gratitudine. La consapevolezza delle piccole gentilezze ricevute può contribuire a sviluppare una prospettiva più positiva sulla vita.
- Stimolo alla generosità ricorsiva: la gentilezza ha spesso un effetto a catena. Essere oggetto di gentilezza può ispirare le persone a essere gentili a loro volta, creando un ciclo virtuoso di generosità e condivisione.
- Promozione di un senso di appartenenza individuale e collettivo che aumenta l’autostima.
Come praticare la gentilezza nella vita quotidiana?
Sono numerosi i gesti che possono rendere la nostra routine più ricca e significativa, ad esempio:
- Sorridere: un sorriso può fare miracoli. È un segno universale di gentilezza che può illuminare la giornata di qualcuno.
- Esprimere gratitudine: mostrare apprezzamento per le azioni gentili degli altri contribuisce a creare un ambiente di positività.
- Offrire aiuto: piccoli gesti di aiuto, anche se apparentemente insignificanti, possono avere un impatto significativo sulla vita degli altri.
- Ascoltare attivamente: essere presenti durante una conversazione e dimostrare empatia sono modi potenti per praticare la gentilezza.
- Coltivare la gentilezza verso se stessi: non dimenticare di essere gentile anche con te stesso. La gentilezza verso sé stessi è fondamentale per una buona salute mentale.
In un mondo che spesso sembra dominato da tensioni e conflitti, la gentilezza rappresenta una risorsa preziosa per la salute mentale individuale e collettiva.
Praticare la gentilezza non solo migliora il benessere personale, ma contribuisce anche a costruire comunità più coese, compassionevoli ed accoglienti.
È in questo contesto di vita sempre più individualista che scegliere di essere gentili è un atto potente, anche perché controcorrente e, senza dubbio, portavoce di un cambiamento.
Per approfondire:
- Gallese V., Psicologia della gentilezza, Il Mulino, 2017;
- Oliviero Ferraris A., L’arte della gentilezza, FrancoAngeli 2010;
- Pellai A., Tamborini B., La Gentilezza, Ed. Sperling & Kupfer, 2018;
- Segré A., La gentilezza fa bene alla salute, Feltrinelli, 2019.
Autrice: Lorella Cartia