
Vivere in un mondo che cambia: come affrontare l’eco-ansia
Le preoccupazioni legate al futuro del pianeta, ai rischi connessi ai cambiamenti ambientali, stanno diventando sempre più comuni, in modo particolare tra i giovani, fino a divenire in molti casi piuttosto intense.
Si definisce eco-ansia o ansia climatica una vera e propria condizione di disagio psicologico correlato alla consapevolezza della crisi climatica ed ambientale che stiamo attraversando.
Pur non essendo attualmente classificato come effettivo disturbo mentale, viene comunque riconosciuto in ambito psicologico come fenomeno che si sta diffondendo, costituendo motivo di una crescente attenzione.
L’eco-ansia non si presenta come semplice stato di preoccupazione, quanto come persistente condizione in cui si vive in costante apprensione ed allarme, percependosi impotenti ed accusando un forte stato di frustrazione e profonda tristezza correlati alle incertezze sul futuro.
Da cosa è caratterizzata l’eco-ansia?
Per identificare e riconoscere questa particolare forma di ansia legata all’ambiente si potrebbe osservare la presentazione di determinate reazioni emotive o veri e propri sintomi che alterano il personale equilibrio e benessere come:
- Pensieri tormentosi e ricorrenti per il futuro climatico e difficoltà del sonno, come insonnia;
- Vivere costantemente un profondo senso di colpa per delle scelte che si possono fare, come ad esempio sprecare troppa acqua od utilizzare la plastica;
- Vissuti di forte scoraggiamento per il futuro associati a rabbia per quanto accaduto in passato e per le decisioni prese dalle precedenti generazioni.
In alcuni casi l’eco-ansia può convertirsi in una forma più estrema definibile come eco-fobia, quando cioè la paura e lo stato di disagio per gli effetti dell’impatto ambientale divengono bloccanti ed invalidanti al punto da stravolgere e condizionare rigidamente fino a determinare anche vissuti depressivi, isolamento o atteggiamenti ossessivo-compulsivi.
Come poterla affrontare?
L’eco-ansia non deve però essere considerata come segno di fragilità o di patologia, ma potrebbe divenire una effettiva risorsa se contenuta adeguatamente senza lasciarsi da essa sopraffare. Sarà importante quindi:
- Cercare di condividere, di confrontarsi con gli altri, di parlare ed esternare le proprie emozioni e preoccupazioni poiché potrebbe aiutare a non sentirsi gli unici a vivere il problema, attenuando il senso di solitudine;
- Non esporsi rigidamente e costantemente alle notizie negative ed allarmanti, pur mantenendosi comunque informati;
- Non dimenticare di prendersi cura di sé nel presente, evitando così di restare proiettati al futuro, dedicandosi a ciò che rimanda gratificazione e piacere personale, attraverso svariate attività da portare avanti nel qui ed ora;
- Laddove il disagio dovesse divenire eccessivo ed intollerabile, richiedere il supporto di un professionista ed intraprendere un lavoro terapeutico potrebbe rivelarsi un valido aiuto.
Per approfondire:
- Janiri L., Cianconi P., Grillo F., Cambiamento climatico e salute mentale, Raffaello Cortina, 2023;
- Latour B., Pensare il clima, Raffaello Cortina, 2021;
- Srouji A., Ecoansia. Guida per una salute mentale sostenibile, Franco Angeli, 2023.
Autrice: Ilaria Corona