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mal di testa, disagio, estraneità dal mondo

I disturbi psicosomatici: quando il corpo parla!

Quante volte ci sarà capitato di stare male fisicamente o provare dolore e non riusciamo a capirne il motivo neanche con accertamenti medici?
Spesso, ci troviamo a constatare che il nostro corpo parla e ci invia dei segnali ben precisi su qualche cattivo funzionamento che abbiamo, fino a quel momento, sottovalutato o non ascoltato!
In questo caso, abbiamo a che fare con disturbi psicosomatici.
Ma cosa sono? E come nascono?
I disturbi psicosomatici includono tutti quei malesseri fisici la cui causa è di natura psicologica.
La persona che ne soffre mostra spesso una difficoltà o incapacità ad accedere al proprio mondo emotivo e a riconoscere emozioni come rabbia, frustrazione, senso di colpa, considerate spesso inaccettabili, e quindi da allontanare dalla mente anche a costo di riversarle sul proprio corpo. Non riuscendo ad esternarle in maniera adeguata, il corpo diventa l’unico mezzo di espressione di tale disagio, sia esso in campo lavorativo, sociale, affettivo.
Il nostro corpo ci parla dunque, dando voce a ciò che la nostra mente non riesce ad accettare e a comunicare liberamente, trasformandolo in malessere fisico o psicologico, o ancor meglio, psicosomatico.
Parte di questa difficoltà di espressione di un disagio può essere attribuita a fattori culturali, ma anche familiari, oltre che personali.
La società in cui viviamo da un lato ci propone dei modelli che devono essere inesorabilmente forti, invincibili e perfetti, con cui è difficile competere o mostrarsi nella propria umana vulnerabilità; dall’altro ci impone dei ritmi e uno stile di vita in cui sembra non esserci spazio per ascolto, empatia o conoscenza emotiva.
Anche il sistema familiare riveste un ruolo determinante nello sviluppo di disturbi psicosomatici. Spesso si tratta di famiglie in cui le emozioni non trovano una libera espressione ma che vengono minuziosamente filtrate per evitare di esporre tutto il sistema ad un clima conflittuale e di tensione da cui il membro psicosomatico impara, piano piano, ad allontanarsi, preservando una apparente armonia familiare.
Le cosiddette “famiglie psicosomatiche” descritte da Minuchin, presentano legami rigidamente intensi, eccessivamente protettivi e difficili da sciogliere, in cui ogni forma di conflitto viene accuratamente evitata e ogni emozione negativa viene, allo stesso modo, bandita, per l’unico obiettivo primario di mantenere un’illusoria unità familiare.
Ma cosa nasconde questo malessere fisico?
A volte possono essere sufficienti dei non detti, un nodo mai sciolto, un trauma infantile non elaborato che trova il modo di emergere attraverso il corpo invece che con le sue emozioni.
Sono tante le parti del nostro corpo che possono essere prese a bersaglio quando cerchiamo di allontanare con tutte le forze un pensiero, un evento e la sua emozione considerata intollerabile.
Vediamone alcuni effetti! E scopriamo il significato che ognuno di questi può avere:

  1. il mal di testa può segnalarci il bisogno di allentare l’eccessivo controllo razionale, e quindi il desiderio di lasciarsi più andare, concedendosi minor controllo e maggiore istintività;
  2. gastriti, bruciori allo stomaco o altri disturbi digestivi sono collegati alla rabbia, o altre emozioni negative, spesso “mandate giù” senza dar modo di esprimersi, costringendo lo stomaco ad una lenta e complessa “digestione” di tale rabbia;
  3. eczemi, psioriasi, acne o altri sfoghi della pelle, che segna simbolicamente il confine tra sé e gli altri, potrebbero simboleggiare da un lato la tendenza a difendersi da un’eccessiva intrusione dell’esterno, ma anche il desiderio impronunciabile di una vicinanza agli altri;
  4. dolori alla schiena o contratture muscolari possono indicare un eccessivo senso di responsabilità e di stress come pesi da “portare sulle spalle”, disagi relativi alla libertà di movimento o autonomia, o ancora bisogno di sostegno.

Come si può, allora, uscire da un disagio psicologico che viene espresso solo a livello corporeo?
Una volta esclusa una causa organica, è importante prendersi cura della persona che manifesta tale blocco emotivo attraverso un percorso psicologico che miri ad accoglierla nella sua totalità, sostenendola e fornendole gli strumenti necessari per imparare a codificare ed esprimere liberamente le proprie emozioni, attraverso i canali più giusti. Solo così il corpo riesce a liberarsi dal peso che lo affliggeva, venendo ascoltato e dando voce a quelle emozioni finora silenziose.
Inoltre, se i disturbi psicosomatici nascono da segnali del corpo inascoltati, è importante cominciare a fermarsi e ad interrogarsi su quanto sta succedendo in questo momento di vita nei vari contesti, cercando di ridurre le fonti di stress agendo anche sullo stile di vita e comportamentale.
Creare un ambiente rilassato, fare ciò che ci rende più sereni (ascoltare la musica, uno sport, fare yoga o training autogeno) contribuiscono a concentrarsi meglio su ciò che stiamo vivendo, su quello che vorremmo dire o fare e ci rende più recettivi nei confronti di noi stessi e del mondo esterno.

Per approfondire:

  • Bernice L. Rosman e Salvador Minuchin, Famiglie psicosomatiche, Ed. Astrolabio, 1980;
  • Onnis L., Il tempo sospeso, Ed. Franco Angeli, 2005;
  • Solano L., Tra mente e corpo, Ed. Raffaello Cortina, 2013.

Autrice: Lorella Cartia

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