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Ma Babbo Natale esiste davvero?

Il Natale è per tutti i bambini un’atmosfera magica di trepidante attesa soprattutto per l’arrivo di Babbo Natale che, con la sua slitta, solcherà i cieli di tutto il mondo trainato dalle sue renne per portare i regali nella fredda notte del 24 dicembre.
Ma per quanto tempo questo vecchietto con barba bianca, pancione contenuto in una cinta nera e abito rosso continua ad essere presente nella testa dei bambini?
C’è un tempo in cui la favola del Natale viene “scoperta” e la fantasia dei bambini viene naturalmente riportata alla realtà o bisogna facilitare questo processo?

I bambini tendono a credere in maniera spontanea e genuina a tutto ciò che dicono i genitori o le principali figure di riferimento di cui si fidano e da cui acquisiscono gli strumenti per percepire la realtà, attribuendo ad essa un significato preciso.
Ad alimentare e strutturare bene la credenza del bambino, infatti, è proprio il genitore, gli altri familiari, gli amici, e il rituale che si organizza intorno alla notte di Natale.
Esso viene preceduto dalla letterina carica di aspettative che il bambino scrive da solo o con un adulto, in cui poter rivelare tutti i regali tanto desiderati, e direttamente spedita al polo nord.
Quindi, è la volta del racconto dettagliato della sua discesa attraverso il comignolo, nel silenzio e nel buio della notte, pena la mancata consegna del dono.
Talvolta, i bambini più fortunati riescono a vedere di sfuggita Babbo Natale mentre depone i doni sotto l’albero, e ciò ne rafforza la convinzione e il mito!

È, spesso, una paura del genitore quella che il figlio, che continua a credere alla “storiella” di Babbo Natale sia eccessivamente credulone o ingenuo e, per evitare questo rischio, si affretta a renderlo edotto della verità, soprattutto se ha un confronto con altri bambini che invece già sanno.
Ma, tale preoccupazione, non ci deve far perdere di vista alcune cose.
È bene sapere che fino ai sette anni di età tutti i bambini utilizzano un tipo di pensiero definito magico, molto differente da quello logico-razionale dell’adulto.
Esso permette loro di interpretare la realtà esterna attribuendo agli altri pensieri e sentimenti propri e non differenziando in tal modo se stessi dagli altri.
Questa modalità di pensiero, oltre ad aiutarli a conoscere il mondo circostante, garantisce loro anche una funzione difensiva, ovvero li protegge dall’ansia o dalla paura di ciò che non conoscono, anche attraverso dei rituali propiziatori.
Anche il “fare finta di” rappresenta una modalità evolutiva che il bambino utilizza per esercitare la sua capacità di ragionamento, la creatività e la capacità immaginativa, affinandola anche attraverso il gioco simbolico, le favole o i supereroi.
Inoltre, a seconda della modalità adottata dall’adulto, l’abbandono di questa credenza può avere un impatto differente da bambino a bambino: per alcuni di loro può costituire una profonda delusione che mette in discussione la fiducia nel mondo degli adulti, per altri un momento di crisi, soprattutto se la fine di tale credenza avviene in maniera improvvisa e brusca, determinando spesso l’abbandono insieme di tanti altri miti precedenti.
Ciò dimostra come una progressiva preparazione alla realtà, aiuti il sistema cognitivo del bambino ad accettare la verità e a ridurre l’impatto emotivo associato alla fine di quella credenza.

Ma alla domanda diretta “Babbo Natale esiste?” come si può rispondere?
Una risposta efficace potrebbe essere quella di rimandare al bambino la raccolta di indizi per scoprirlo, investendolo di un potere e di una competenza che lo proietta ad un passaggio di crescita, di cui poi complimentarsi, non appena raggiunga la verità.
Smettere di credere a Babbo Natale rappresenta anche un passaggio importante per i bambini perché permette loro di sentirsi parte del mondo degli adulti, soprattutto se hanno dei fratellini o sorelline con i quali dover mantenere il segreto, anche grazie alla loro complicità!
Allora perché è importante che i bambini credano a Babbo Natale?
Perché è un modo per credere in maniera genuina e pura ad un mondo della fantasia che termina già intorno ai sette anni.
Il bambino che scopre accidentalmente che Babbo Natale non esiste, o perché ascolta parlare quelli più grandi o perché sorprende il papà con il vestito rosso e la barba bianca, può sentirsi stupido o ingenuo per aver creduto a questa storia, o preso in giro dagli altri.
In questo caso, può essere utile che i genitori condividano con lui la loro esperienza di quando erano piccoli e anche loro aspettavano l’arrivo di Babbo Natale, tanto da voler rifare oggi con lui questa esperienza travestendosi.
È comunque utile lasciare che siano i bambini stessi a scoprire gradualmente quella piccola bugia bianca, lasciando loro non l’illusione, ma la certezza, che quell’atmosfera di magia continuerà ad essere presente e che loro possono contribuire a mantenerla anche per i più piccoli.

Per approfondire:

  • Chiedere a tutti i bambini;
  • Interrogare se stessi ricontattando le emozioni del bambino interno.

Autrice: Lorella Cartia

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