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senso di appartenenza

Appartenenza e distanza: l’importanza dei legami familiari

Quello che potrebbe essere definito ed identificato come bisogno di appartenenza compare molto precocemente nella vita di ogni individuo, fin dalle prime fasi del ciclo vitale di un bambino, ma precisamente quando?
Presumibilmente, tale esigenza insorge e si sviluppa nello stesso tempo in cui entriamo a far parte della nostra famiglia, quel sistema che rimarrà in assoluto il più importante e nel quale si è restati più a lungo.
A costituire una molla in senso evolutivo e funzionale sono, indubbiamente, i processi di individuazione e di differenziazione ai quali siamo tutti chiamati e che possono emergere in tutta la loro spinta dinamica, laddove si è potuto sperimentare quel senso di fiducia verso la propria famiglia di origine, interiorizzata come base solida e sicura da cui potersi separare o allontanare, senza per questo risentire dello strappo della perdita, del dolore della non appartenenza.
Il senso di appartenenza, infatti, non si compromette, o addirittura distrugge, con l’allontanamento dai nostri legami familiari di riferimento, qualora abbiano funzionato adeguatamente, ma può addirittura arricchirsi con delle nuove appartenenze che si sperimentano nei legami sociali e interpersonali creati al di fuori del contesto familiare.
I legami affettivi costruiti e interiorizzati nella propria famiglia costituiranno, dunque, quel solido sostegno che guiderà nell’esplorazione del mondo, certi di avere un’impalcatura che sorregge e protegge, un porto conosciuto e sicuro al quale fare sempre e comunque rientro.
Se tali legami affettivi familiari saranno riconosciuti come validi, allora aumenterà parallelamente anche il senso di fiducia in se stessi, di sicurezza e di solidità tale da consentire la possibilità, perché no, di allontanarsi.
Da quando inizia a costruirsi il senso del legame affettivo?
Il primo rapporto che segna la nascita del senso di fiducia è certamente quello tra madre e figlio. Sulla base della natura di questa esclusiva relazione il bambino potrà imparare ad esplorare, scoprire e valutare non solo se stesso, ma anche il mondo fuori da sé, individuando l’esterno o come terreno di importanti e nuove scoperte, tutte da fare, o al contrario come luogo di minacce e pericoli, questo a seconda di quanto la relazione con la madre venga percepita in termini di adeguato senso di sicurezza.
L’aver sperimentato in questo primario legame il senso di fiducia, permetterà inoltre di estenderla all’intera famiglia in un momento successivo, andando ad innestare profonde radici che possono donare a tutti l’opportunità di crescere ed evolvere, di costruire nuovi futuri legami senza vacillare, senza sentire di essere strappato via, o di non appartenere più!
Per meglio dire, ognuno di noi è un po’ come un custode di un ricco tesoro fatto di eredità familiari, di miti, di modelli di riferimento e ruoli tramandati nel corso delle generazioni e sarà proprio questa eredità su come debbano funzionare i legami affettivi ad influenzare il modo di percepire e poi di vivere le successive relazioni che si instaureranno, come nella costruzione della coppia e della nuova famiglia da formare.
In conclusione, i legami familiari narrano quella storia di affetti che ci è stata trasmessa nel corso delle generazioni, consentono di dare il proprio senso alla natura delle relazioni che si sperimentano nel presente e a quelle che si formeranno in futuro con gli altri, nel sociale, influenzando inevitabilmente la vita di tutti noi!

Per approfondire:

  •  Andolfi M., Angelo C., Tempo e mito nella psicoterapia familiare, Bollati Boringhieri, Torino, 1981;
  • Boszormeny-Nagy I., Spark G.M., Lealtà invisibili, Astrolabio, Roma, 1988;
  • Cigoli V., Intrecci familiari, Raffaello Cortina, Milano, 1997.

Autrice: Ilaria Corona

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