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Mangiare senza nutrirsi: il picacismo

Un particolare disturbo alimentare presente nel DSM-5, nella sezione “disturbi della nutrizione e dell’alimentazione”, è denominato Pica, Picacismo o Allotriofagia (perversione del gusto) ed è caratterizzato da un comportamento disfunzionale per cui chi ne è affetto ingerisce compulsivamente svariate sostanze non commestibili quali ghiaccio, terriccio, cotone, vernice, sabbia, gesso ecc. … che si differenziano sia in base alla fascia di età in cui si manifesta il disturbo sia alla disponibilità delle sostanze stesse, con conseguente compromissione significativa del funzionamento sociale e psicologico, oltre che del benessere fisico della persona.
Non si individua una specifica fascia d’età d’insorgenza della pica, anche se sembrerebbe presentarsi più comunemente nell’infanzia o durante un particolare periodo del ciclo vitale di alcune donne, come in gravidanza.
Una curiosità degna di nota riguarda l’origine del nome, poiché la parola pica fa riferimento alla gazza, uccello noto per essere attratto da piccoli oggetti, da qui l’associazione con il disturbo.

Ma quali sono i sintomi e le cause del picacismo?

Si evidenziano alcuni sintomi identificati come più comuni, sebbene sia doveroso sottolineare che questi possono variare in riferimento al livello di gravità, all’età e al tipo di sostanza ingerita.
Quelli che si riscontrano con maggior frequenza sono: 

  • Consumo compulsivo, irrefrenabile e senza controllo di determinate sostanze non nutritive, come quelle precedentemente menzionate, e sensazione di non raggiungere pienamente la sazietà;
  • Provare un profondo malessere emotivo dopo aver ingerito le sostanze;
  • Sintomi gastrointestinali più o meno intensi (come nausea, vomito e dolori addominali) e difficoltà di concentrazione.

Alcune ipotesi sull’eziopatogenesi della pica ritengono che il disturbo sia determinato da condizioni di carenza nutrizionale per cui si ricercherebbe una compensazione ed un effettivo soddisfacimento di tali mancanze assumendo determinate sostanze.
Altre teorie sostengono che i principali fattori causali siano da rintracciare nell’ambiente di vita e relazionale della persona o in disfunzioni psicologiche, conseguenziali ad esempio all’aver subito un trauma.
È importante porre attenzione alla significatività che il cibo assume a livello emotivo, poiché attraverso di esso è risaputo e provato che si esprimono emozioni, per cui potrebbe divenire un mezzo con il quale esternarle, provare a gestirle, renderle osservabili e controllabili.
Dando per effettiva tale associazione tra cibo ed emozioni, tra le possibili modalità di intervento anche nel trattamento della pica potrebbe essere importante un supporto professionale che accompagni l’individuo e/o la famiglia, soprattutto se si tratta di bambini, ad una maggiore comprensione di Sé e del proprio mondo interno, dopo avere correttamente individuato le cause sottostanti a spiegazione del disturbo.
Per tali motivi, un’attenta osservazione e valutazione diagnostica sono indispensabili alla programmazione di un corretto intervento trattamentale che possa prendere in considerazione simultaneamente sia il livello fisico che quello psicologico e sociale.

Per approfondire:

  • Montecchi F., I disturbi alimentari nell’infanzia e nell’adolescenza, Franco Angeli, 2021;
  • Robinson P., Fame, Astrolabio Ubaldini, 2022;
  • Vanderlinden J., Le origini traumatiche dei disturbi alimentari, Astrolabio Ubaldini, 1998.

Autrice: Ilaria Corona

 

 

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