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La nebbia cognitiva: quando la mente si offusca

La mente umana è un intricato labirinto di pensieri, emozioni e percezioni.
Tuttavia, ci sono momenti in cui questa intricata rete sembra annebbiarsi, creando una sensazione di confusione e torpore.
Questo stato, conosciuto come nebbia cognitiva, è un fenomeno psicologico che può influenzare significativamente il nostro funzionamento mentale e le nostre capacità cognitive.
Chi sperimenta la nebbia cognitiva si trova ad affrontare un periodo di ridotta capacità di concentrazione e di generale rallentamento cognitivo.
La sensazione è quella di sentirsi assenti, poco lucidi e portati a dimenticare le cose.
L’effetto che si crea sembra essere simile a quando ci si sveglia al mattino o dopo un breve sonno pomeridiano e si ha bisogno di riprendere gradualmente le attività sospese.
Questa sensazione fisiologica di fatica a ripartire, definita inerzia del sonno, è dovuta al fatto che le diverse aree cerebrali si attivano gradualmente.

Ma che cos’è la nebbia cognitiva?

L’espressione “nebbia cognitiva” o brain fog, è una condizione in cui una persona sperimenta una sensazione di confusione mentale, difficoltà di concentrazione, pensiero nebuloso, rallentamento psichico e una diminuzione delle capacità cognitive generali.
Si tratta di un insieme complesso di sintomi spesso legati a varie patologie, tra cui depressione, malattie neurodegenerative o disturbi del sonno.
Studi recenti  hanno dimostrato anche come la nebbia cognitiva possa essere legata agli effetti del cosiddetto Long Covid, ovvero quella condizione, definita dalla O.M.S., di permanenza di alcuni sintomi, anche a distanza di mesi dalla guarigione, che rendono difficile lo svolgimento delle attività quotidiane più impegnative.
La nebbia cognitiva si può manifestare in varie forme, dall’incapacità di focalizzarsi su compiti specifici alla sensazione di “vuoto” mentale e alla difficoltà nel prendere decisioni.
Questo stato mentale può essere causato da una serie di fattori, tra cui lo stress che, nei periodi più intensi, può richiedere al nostro cervello uno sforzo eccessivo, la stanchezza, la mancanza di sonno, depressione, ansia, cattiva alimentazione, e persino effetti collaterali di alcuni farmaci.
Inoltre, anche eventi traumatici o cambiamenti significativi nella nostra vita possono contribuire a generare nebbia cognitiva.

Quali sono i segni e sintomi della nebbia cognitiva?

Pur riscontrandosi differenze da persona a persona, alcuni dei più comuni includono:

  • difficoltà di concentrazione, ovvero eccessiva fatica a focalizzarsi su compiti o attività che richiedono una certa quantità di attenzione come seguire una conversazione;
  • mancanza di chiarezza mentale, con pensieri che sembrano sfocati o incomprensibili;
  • diminuzione delle capacità cognitive, come la memoria, l’elaborazione delle informazioni e la risoluzione dei problemi;
  • sensazione di stanchezza mentale o disorientamento, non necessariamente legata ad una mancanza di sonno;
  • difficoltà nella presa di decisioni, che possono sembrare più complicate del solito.

Quali strategie possono rivelarsi efficaci nella gestione e trattamento della nebbia cognitiva?

La nebbia cognitiva può essere un fenomeno frustrante e, per certi versi, invalidante, ma è importante ricordare che è spesso temporanea e trattabile.
Sicuramente, è auspicabile un approccio multidisciplinare che includa una valutazione neuropsicologica, psicologica e neurologica, insieme all’individuazione di percorsi di riabilitazione cognitiva strutturata e al trattamento dei sintomi legati al tono dell’umore e del sonno.
Infine, con un’attenzione adeguata al benessere psicofisico, è possibile affrontare efficacemente questo stato mentale e ripristinare una “chiarezza cognitiva”, anche con alcuni accorgimenti, quali:

  1. qualità del riposo e del sonno, che aiuta il cervello a funzionare in modo ottimale;
  2. esercizio fisico regolare, che può facilitare il flusso sanguigno al cervello, aumentando l’ossigenazione e, di conseguenza, migliorando la funzione cognitiva;
  3. uso di tecniche di gestione dello stress, come la meditazione, la respirazione profonda e lo yoga che possono aiutare a ridurre i livelli di stress;
  4. alimentazione sana e una dieta equilibrata e povera di grassi, che aiutano a mantenere stabili i livelli di energia e concentrazione.
  5. routine di auto-cura, quali la pianificazione delle attività quotidiane, il mantenimento di una routine di sonno coerente e il tempo dedicato al relax.

Per approfondire:

  • Eysenck M., Keane M., Psicologia cognitiva, Il Mulino, 2015;
  • Sheldrake R., La mente estesa, Red Edizioni, 2011;
  • Zaccagnini A.M., Cerniglia L., Psicologia della salute, Pearson, 2017.

Autrice: Lorella Cartia

 

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