
Traumi relazionali: l’invisibile ferita dell’attaccamento
Capita spesso di trovarsi coinvolti direttamente o di essere semplicemente esposti alla possibilità di vivere un’esperienza stressante e di sentirsi improvvisamente disorientati, agitati o bloccati.
Il trauma viene definito un evento o una serie di eventi che può causare una ferita emotiva profonda e duratura.
Questo evento può essere un’esperienza diretta di violenza, abuso, incidente, perdita, malattia, guerra, disastri naturali, o può essere indiretto, come l’esperienza di essere testimone di un evento traumatico o di subire una situazione di stress cronico come la povertà o forme di discriminazione.
Sono tanti gli interrogativi che un’esperienza traumatica porta con sé, non sempre con una risposta chiara o immediata: cosa mi succede? È “normale” quello che provo? Come posso superarlo?
Le reazioni ad una stessa esperienza traumatica possono variare notevolmente: alcuni riescono in un minor tempo a recuperare le normali capacità e risorse, solo temporaneamente congelate.
Con l’aiuto e la vicinanza di qualcuno e con le proprie risorse personali, queste persone riescono a superare l’impatto iniziale, e a raggiungere un nuovo equilibrio trasformando anche l’evento negativo in una risorsa positiva attraverso strategie di coping efficaci.
Ma ci sono persone che difficilmente riescono da sole a riprendere in mano la propria vita dopo un evento traumatico, e non riescono ad elaborare, anche a distanza di anni, le conseguenze emotive, cognitive e psicofisiche che l’evento ha determinato in loro, mantenendo la stessa identica paura, angoscia, rabbia, disperazione e senso di vulnerabilità.
Molti possono sviluppare disturbi dell’umore, ansia, dipendenza da sostanze, sintomi somatici quali malattie cardiovascolari, diabete, malattie autoimmuni.
Nei casi più gravi, si possono anche sviluppare sintomi di disturbo da stress post-traumatico (PTSD), tra cui flashback, incubi, evitamento di stimoli associati al trauma, ipervigilanza e reazioni fisiche intense come sudorazione, tremori, tachicardia.
Ecco perché il trauma può avere un impatto significativo sulla salute psicofisica di una persona.
Ma cosa sono i traumi relazionali?
Il trauma può incidere anche sullo sviluppo dell’attaccamento.
Il legame di attaccamento si riferisce alla connessione emotiva che si stabilisce, sin dalla nascita, tra un bambino e la sua figura di riferimento e può influenzare sensibilmente il modo in cui una persona costruisce le relazioni durante tutta la vita.
Ad esempio, un bambino che ha subito un trauma può sviluppare un attaccamento insicuro che può manifestarsi in comportamenti come l’evitamento, la scarsa ricerca di contatto e l’incapacità di trovare conforto, quando è necessario, per paura di essere ferito di nuovo.
Allo stesso modo, un caregiver che ha subito un trauma può avere difficoltà a creare un attaccamento sicuro con il bambino, poiché può essere incapace di fornire la stabilità emotiva e la sicurezza di cui il bambino ha bisogno.
Inoltre, le esperienze traumatiche possono influire sulla capacità di una persona di regolare le sue emozioni e di rispondere in modo adeguato a quelle degli altri.
I traumi relazionali impattano sulla capacità di una persona di formare relazioni future intime e di affidarsi agli altri con conseguenti comportamenti di evitamento o, all’opposto, di iperattivazione.
Sono traumi relazionali tutte le esperienze traumatiche legate ad una relazione interpersonale, come abusi fisici o sessuali, trascuratezza emotiva, abbandono, perdita di una figura significativa.
La sofferenza psicologica, in questi casi, può prendere la forma di pensieri invasivi, sensazioni corporee disturbanti, difficoltà di concentrazione o di addormentamento, alterazione dell’umore, sensi di colpa o vergogna.
Tutte queste reazioni all’inizio sono normali e comuni perché rappresentano il tentativo di risposta che la nostra mente sta compiendo per elaborare l’evento traumatico.
Quali sono i trattamenti più indicati nei casi di traumi relazionali?
Quando questa sofferenza diventa pesante, è importante rivolgere una richiesta di aiuto ad un professionista in modo da rompere il circolo vizioso di emozioni, pensieri e sensazioni disturbanti.
In questi casi, l’Emdr rappresenta il trattamento psicoterapeutico elettivo che permette di aiutare le persone a comprendere e affrontare le loro reazioni al trauma, a sviluppare strategie di coping efficaci e a ridurre i sintomi del PTSD fino alla loro risoluzione.
Oltre all’elaborazione degli eventi altamente stressanti, l’Emdr consente l’emergere di risorse nuove o di usare quelle già presenti in modo più funzionale e riattivando la propria resilienza.
Per approfondire:
- Cancrini L., La cura delle infanzie infelici. Viaggio nell’origine dell’oceano borderline, Ed. Raffaello Cortina, 2013;
- Fisher J., Trasformare l’eredità del trauma. Un manuale pratico per la vita quotidiana e per la terapia, Mimesis, 2021;
- Van der Kolk , Il corpo accusa il colpo. Mente, corpo e cervello nell’elaborazione delle memorie traumatiche, Ed. Raffaello Cortina, 2015.
Autrice: Lorella Cartia