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Il nido e il distacco: un inserimento per tutti!

Uno dei bisogni essenziali per un bambino è la vicinanza del proprio caregiver ovvero una figura di attaccamento, in genere la madre, capace di percepire, accogliere e rispondere in maniera attiva e responsiva alle sue richieste, fornendogli protezione e senso di sicurezza.
Nel corso di tale legame madre-figlio, si possono presentare tanti momenti di “distacco”, funzionali al consolidamento della loro relazione e alla costruzione di un’immagine del bambino sempre più stabile e solida.
Trattandosi di un legame intimo e profondo che inizia sin dalla gravidanza e si perfeziona nel tempo, il distacco diventa un momento molto personale e delicato ma indiscutibilmente evolutivo.
Le prime esperienze in tale direzione coincidono spesso con il ritorno al lavoro e alle routine quotidiane del genitore che lo portano, inevitabilmente e spesso con non pochi sensi di colpa o sentimenti di tristezza, a decidere, ad esempio, di lasciare il bambino dai nonni, da una baby sitter o di inserirlo in una delle strutture educative preposte, come il nido, pensate e realizzate a misura di bambino per favorirne lo sviluppo e l’arricchimento del mondo affettivo e sociale, oltre che dei primi apprendimenti.
È all’interno di questi ambienti che il bambino viene accompagnato nell’acquisizione delle proprie autonomie favorendone la socializzazione attraverso il confronto con i coetanei e l’interazione con gli adulti, pur garantendo anche momenti di individualismo.
Nonostante le caratteristiche organizzative, temporali e spaziali del nido assicurino un ambiente caldo, accogliente, contenitivo e adatto alle esigenze di ogni bambino, il distacco e la separazione dalla madre rimangono tra i momenti più delicati per entrambe le parti.
A seconda della fascia di età, ogni bambino e genitore possono vivere il momento della separazione secondo modalità e difficoltà diverse: bambini molto piccoli, che hanno ancora un rapporto fortemente simbiotico con la madre, possono manifestare ansia di separazione mentre, i più grandi, proprio perché dotati di una maggiore consapevolezza di ciò che accade intorno a loro e della temporanea separazione dall’adulto di riferimento, possono vivere tale fase con una sensazione di abbandono.
Oltre a ciò, al momento di inserimento nel nido, ai bambini vengono richiesti sforzi maggiori perché, se da un lato devono imparare ad adattarsi ad un nuovo contesto e a nuove persone cui affidarsi, dall’altro devono gestire l’ulteriore fatica psicologica di condividere con gli altri bambini gli spazi e soprattutto l’attenzione dell’adulto, in questo caso l’educatore, con tutto ciò che esso comporta in termini di frustrazione e tolleranza delle emozioni, quali la rabbia o la tristezza.
Per creare una separazione il meno traumatica possibile, l’inserimento al nido, noto anche come ambientamento, si realizza in maniera graduale e nel totale rispetto dei tempi personali del piccolo.
Proprio per sottolineare la circolarità e reciprocità di questo momento di inserimento e riconoscendo l’importanza anche del punto di vista del genitore, nelle prime fasi diventa utile:

  • rassicurare i genitori sui tempi di adattamento al nuovo contesto, legittimando la possibilità di un tempo maggiore per il proprio figlio che non deve, in alcun modo, essere confrontato a quello degli altri bambini o far giungere a conclusioni o a giudizi privi di fondamento;
  • costruire un clima di fiducia in cui i genitori possano sentirsi liberi e sufficientemente pronti ad affidare il proprio figlio all’altro adulto determinando, limitatamente a questo nuovo ambiente, un vero e proprio passaggio di consegne nella cura, accudimento ed educazione del bambino. Ciò diventa necessario perché è attraverso gli occhi del genitore che il bambino percepisce, interpreta e vive la realtà per cui, se il genitore è sereno, anche il figlio sarà portato ad esserlo;
  • che il genitore impari a fidarsi del proprio bambino, delle sue capacità di stare al mondo e della voglia di sperimentarsi nei vari contesti e ruoli che è chiamato a svolgere.

Per approfondire:

  • Ferri R., Carleschi A., Orsini A., Lo Sviluppo socio-emozionale nella prima infanzia, Ed. Franco Angeli, 2010;
  • Montessori M., La mente del bambino, Ed. Garzanti, 2017;
  • Stern D.N., Il mondo interpersonale del bambino, Ed. Bollati Boringhieri, 1985.

Autrice: Lorella Cartia

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