Studio psicologia a Roma | Contattaci

RICEVIAMO SU APPUNTAMENTO | PSICOTERAPIA ONLINE

Top

Senza traccia: il fenomeno del ghosting

Avete mai sentito parlare del ghosting?
Proveremo in questo articolo a fare chiarezza su alcune delle cause e sulle manifestazioni di questo particolare fenomeno che sta divenendo sempre più diffuso, soprattutto a seguito dell’aumento massiccio della comunicazione via internet.
Letteralmente il termine significa “sparire all’improvviso”, proprio come un fantasma, senza anticipare questa scelta con segnali di allarme e senza fornire spiegazioni, dileguandosi così dalla vita di una persona con la quale si era instaurato un rapporto affettivo significativo.
Tale modalità di tipo aggressivo-passiva non è di certo nuova ed attuale, ma il mezzo della rete e dei social ha reso dilagante il ghosting, dal momento che la comunicazione online può essere interrotta più facilmente, così come sarà altrettanto semplice evitare di doversi prendere la responsabilità della scelta effettuata o di sentirsi costretti a fornire spiegazioni e motivazioni, data l’assenza di un confronto diretto.
Ma coloro che spariscono senza lasciare traccia, evitando il chiarimento, allontanandosi dall’altro in un modo così subdolo ed immediato, lo fanno davvero solo per disinteresse, vigliaccheria, noncuranza dei sentimenti altrui o è possibile leggere dietro un simile comportamento altre motivazioni?
In realtà, è probabile che il ghoster non abbia come finalità attaccare effettivamente l’altro, quanto piuttosto difendersi da un personale e forte senso di inadeguatezza, un attacco rivolto a se stessi, dovuto alle proprie incapacità di gestire insicurezze e fragilità.
Chiudere un rapporto attraverso il confronto richiede coraggio, sicurezza e determinazione che possono mancare in chi non ha una buona autostima, in chi è sopraffatto dal timore di poter ferire o deludere l’altro, in chi presumibilmente non si sente all’altezza delle aspettative altrui e al contempo non ritiene, seppur inconsapevolmente, di poter sostenere le risposte emotive negative della persona dalla quale ci si vuole allontanare.
Sparire diviene allora la soluzione più semplice, percepita tra tutte quelle possibili, come la meno dolorosa.
Se ci rifacciamo alla teoria dell’attaccamento di Bowlby è  probabile, inoltre, che questo comportamento del ghoster sia correlato allo stile di attaccamento disfunzionale ed insicuro sperimentato in infanzia all’interno della relazione con il caregiver, per cui evitare l’altro, allontanarsi anche da chi si ama, noncuranti dei suoi reali bisogni, rappresenta un modo di replicare quanto si è vissuto in prima persona, come se fosse uno schema comportamentale acquisito rispetto alla gestione  delle relazioni affettive!
Invece, dal punto di vista della vittima, di chi subisce la chiusura e l’abbandono, è importante sottolineare quanto tale esperienza sia molto dolorosa.
L’interruzione improvvisa di ogni comunicazione, l’esclusione totale dalla vita di una persona importante, unitamente al non sentirsi considerati né meritevoli di una spiegazione, può aprire scenari di forte frustrazione e ferire nel profondo.
Il disagio provato dopo il rifiuto può lasciare segni indelebili e creare uno stato di sofferenza non facile da affrontare, poiché determina sensi di colpa e autoaccuse per essere stati abbandonati, forse perché non abbastanza meritevoli, non amabili, non desiderabili.
Questi stati d’animo non sono tanto associati all’effettiva perdita della persona amata, quanto al non aver avuto modo di prendere coscienza dei motivi della fine della relazione e l’assenza di consapevolezza ostacola l’accessibilità all’elaborazione adeguata della separazione.
Il non avere risposte lascia altresì spazio al rimuginare, alle emozioni spesso fuori controllo, alla rabbia e all’autosvalutazione.
Sarà allora importante evitare qualsiasi forma di autoaccusa e di presa di responsabilità per essere stati abbandonati, prendendo anche le distanze dal desiderio di ricercare l’altro per avere un confronto… il ghoster continuerà a non dare spiegazioni, attivando un circolo vizioso pericoloso! Qualora, con il passare del tempo, non si riuscisse a superare la sofferenza, o questa dovesse trasformarsi in sintomi di disagio insopportabile e marcato, rivolgersi ad uno specialista potrebbe garantire il giusto supporto per l’elaborazione e il superamento del vissuto di abbandono.

Per approfondire:

  • Bowlby J., Costruzione e rottura dei legami affettivi, Raffaello Cortina, 1996;
  • Milanese R., L’ingannevole paura di non essere all’altezza, Ponte delle Grazie, 2020;
  • Schore A.N., La regolazione degli affetti e la regolazione del Sé, Astrolabio Ubaldini, 2008.

Autrice: Ilaria Corona

 

error: Contenuto protetto !!