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Mal d’estate: il disturbo affettivo stagionale

L’arrivo dell’estate coincide solitamente con il buon umore, le lunghe giornate di sole, i progetti per le vacanze e le tanto attese ferie lavorative. Ma è davvero così per tutti?
Molte persone, in realtà, vedono nella bella stagione tutt’altro colore, soffrendo della comparsa di sintomi caratteristici di un disturbo stagionale definito SAD (Seasonal affective disorder o disturbo affettivo stagionale) il quale comporta senso di affaticamento, stanchezza, malumore e scarso interesse per le attività.
Solitamente la depressione è associata all’inverno con le giornate buie, il maltempo, la mancanza di luce, il freddo e la vita condotta prettamente in luoghi chiusi che limitano le relazioni.
È però altamente sottovalutata un’altra forma di depressione, altrettanto preoccupante, tipica della stagione estiva.
La SAD viene anche definita come “mal d’estate” dove è soprattutto la difficoltà a gestire il cambiamento delle abitudini quotidiane a provocare ansia, agitazione e alterazioni del ritmo sonno-veglia.
Le persone che soffrono di SAD hanno delle caratteristiche in comune, come la tendenza all’isolamento correlata a scarse occasioni di interazione, fattori questi che sono stati “rinforzati”, quest’anno più che mai, dalle limitazioni legate alla pandemia, con il conseguente peggioramento del quadro sintomatologico.
La stagione estiva è quella più attesa dell’anno, quella del divertimento, del relax, della spensieratezza e ciò rende ancora più marcata la percezione di estraneità e disagio di chi soffre di SAD.
Questa forma di depressione, caratteristica di un periodo dove il resto del mondo sembra remare nella direzione opposta, può accentuare il divario fra il Sé e l’Altro aumentando anche esponenzialmente il vissuto di alienazione, di impotenza e di solitudine.
Tra le cause principali che possono ritenersi responsabili del mal d’estate sono state sottolineate da diversi autori: l’aumento della temperatura, dell’umidità e della prolungata esposizione al caldo e alla luce solare che influenzerebbero negativamente il ritmo naturale del sonno e le emozioni di ansia e paura.
Importante sarà soprattutto distinguere una situazione temporanea di sconforto e abbassamento dell’umore, dalla vera e propria patologia, partendo dal presupposto che coloro che presentano la SAD hanno, con molta probabilità, già sofferto in passato di depressione.
Per parlare di un vero e proprio quadro clinico è così necessaria la presenza di almeno 5 dei seguenti sintomi per un periodo non inferiore a due settimane:

  1. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni;
  2. Diminuzione di interesse e piacere per le attività;
  3. Perdita significativa di peso;
  4. Agitazione o, al contrario, rallentamento psicomotorio;
  5. Insonnia o ipersonnia;
  6. Autosvalutazione o senso di colpa;
  7. Difficoltà di concentrazione;
  8. Ricorrenti pensieri negativi.

A tali sintomi va associata una compromissione significativa delle attività quotidiane, lavorative o scolastiche e isolamento.
Sarà, allora, indispensabile prevenire il mal d’estate provando a lavorare nell’ottica di un benessere psicologico che non deve “andare in ferie” in nessuna stagione dell’anno, riconoscendo i primi segnali d’allarme e di malessere che possano permettere di richiedere un repentino e adeguato sostegno professionale!

Per approfondire:

  • Grinberg L., Colpa e depressione, Astrolabio Ubaldini, 1990;
  • Leveni D., Michielin P., Piacentini D., Superare la depressione, Erickson, 2018;
  • Rainone A., Mancini F., La mente depressa, Franco Angeli, 2018.

Autrice: Ilaria Corona

 

 

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