Amore materno, amore assoluto
L’amore di una madre nei confronti dei propri figli è identificato da sempre come incondizionato, indissolubile e non paragonabile a nessun altro tipo di legame e forma di affetto.
Questa lettura affonda le sue radici anche all’interno di una impronta culturale che “vuole” la madre, e il suo istinto materno, come punto di riferimento affettivo primario e insostituibile.
Tale mito dell’amore materno apre, però, la strada ad altre risposte emotive, spesso causa di sofferenza nelle donne, come il senso di colpa e di inadeguatezza qualora non ci si riesca a percepire all’altezza di un simile mandato o quando tale sentimento di profondo legame non è immediato o assoluto.
Il primo passo per poter donare amore è provarlo e in questo ognuno ha, inevitabilmente, i propri tempi che necessitano di essere rispettati e non forzati o accelerati.
Il legame autentico che si instaura tra madre e figlio sottende soprattutto due compiti evolutivi di grande importanza per la crescita fisica e psichica del bambino.
Da una parte, la madre è fonte primaria di cure e accudimento necessarie a garantire la sopravvivenza.
Dall’altra parte, la qualità dell’amore ricevuto getterà le basi della natura dei futuri rapporti, della capacità di amare a propria volta, competenza questa che si basa soprattutto su quanto si sente di essere stati “meritevoli” di affetto.
Si può affermare che, aver ricevuto un sano e profondo affetto dalle proprie figure genitoriali in infanzia, potrà aumentare la capacità di vivere relazioni adulte funzionali e gratificanti e di fronteggiare meglio le situazioni fonte di stress.
A differenza, però, di qualsiasi altra forma di amore, quello della madre conserva un’accezione profondamente altruistica, di totale dedizione all’altro, dove c’è chi cura e chi riceve, su due piani non esattamente reciproci.
È probabilmente questo aspetto che permette di affermare quanto l’amore materno sia definibile come il più autentico.
Un amore che, rispetto agli altri, comporta anche un’ulteriore differenza manifestata dal sacrificio a cui ogni madre è chiamata, quello di preparare la strada alla separazione futura, dopo un profondo attaccamento, per accompagnare la crescita del figlio nella direzione dell’autonomia e dell’indipendenza personale.
Ulteriore difficile richiesta da fare alla donna, spesso fallimentare e altrettanto spesso fonte di sensi di colpa e di incapacità che ostacolano il processo di svincolo e determinano sconforto e frustrazione nelle madri stesse.
È importante inoltre ricordare che esistono diverse forme per manifestare amore e svariate modalità in grado di rinforzarlo ogni giorno, come:
- Trascorrere più tempo possibile insieme ai propri figli così da rimandare, soprattutto nei primi mesi, costanza e solidità della presenza affettiva e delle cure;
- Verbalizzare i propri sentimenti e accompagnare tale esternazione con numerosi gesti come carezze, abbracci e baci;
- Sottolineare e rinforzare i piccoli, grandi successi che il bambino raggiunge, così da consolidare la sua autostima e il senso di sicurezza in se stesso;
- Permettergli di fare errori e di imparare da questi, con la consapevolezza che non verrà giudicato o rimproverato, ma sostenuto ed incoraggiato.
Essere madri è un privilegio, essere madri apre alla scoperta di un amore unico e assoluto, ma essere madri è anche sacrificio di Sé, disponibilità alla separazione, per quanto dolorosa si prospetti, e alla rinuncia all’esclusività di quel legame speciale per permettere al proprio figlio di camminare sicuro lungo la strada dell’autonomia, alla ricerca della propria identità individuale!
Per approfondire:
- Cancrini L., La cura delle infanzie infelici, Raffaello Cortina, 2013;
- Crescenzio A., C’è sempre un modo in amore: psicologia dell’amore, Independently published, 2021;
- Slepoj V., La psicologia dell’amore, Mondadori, 2015.
Autrice: Ilaria Corona