Studio psicologia a Roma | Contattaci

RICEVIAMO SU APPUNTAMENTO | PSICOTERAPIA ONLINE

Top

La finestra di tolleranza: comprendere e regolare le emozioni

In psicologia, il concetto di finestra di tolleranza è un potente strumento per comprendere come funzioniamo a livello emotivo e fisiologico, soprattutto in situazioni stressanti o traumatiche. Introdotto dallo psichiatra Daniel Siegel, questo modello descrive la gamma di attivazione emotiva e fisiologica nella quale una persona è in grado di funzionare in modo ottimale, mantenendo connessione con se stessa, con gli altri e con l’ambiente.

Cos’è la Finestra di Tolleranza?

La finestra di tolleranza rappresenta uno “spazio interno” entro cui una persona riesce a gestire efficacemente le proprie emozioni, pensieri e reazioni fisiche. All’interno di questa finestra, il sistema nervoso è regolato: si è presenti, calmi e capaci di rispondere alle sfide con flessibilità.
Quando una persona esce dalla finestra di tolleranza, entra in uno stato di disregolazione, che può manifestarsi in due direzioni principali:

  1. Iperattivazione: uno stato di allerta o agitazione eccessiva, che può includere ansia, panico, rabbia, ipervigilanza o impulsività. Il corpo si prepara a una reazione di lotta o fuga.
  2. Ipoattivazione: uno stato di congelamento o collasso, caratterizzato da apatia, disconnessione, torpore emotivo, senso di vuoto o depressione. Qui il sistema nervoso si “spegne” per proteggersi.

Perché è importante?

Conoscere la propria finestra di tolleranza è essenziale per il benessere psicologico.
Le persone che hanno vissuto traumi, stress cronico o condizioni ambientali sfavorevoli tendono ad avere una finestra più stretta, ossia una minore capacità di tollerare gli alti e bassi emotivi.
Questo le rende più vulnerabili a stati di iper o ipoattivazione.
Riconoscere quando si è dentro o fuori dalla finestra permette di intervenire con strategie di autoregolazione prima che le emozioni diventino travolgenti.

Quali possono le strategie di regolazione per espandere la finestra di tolleranza?

Fortunatamente, la finestra di tolleranza non è fissa. Può essere ampliata nel tempo attraverso pratiche terapeutiche e strategie di auto-cura, come ad esempio:

  • Mindfulness e meditazione che aiutano a rimanere presenti e ad osservare le emozioni senza reagire impulsivamente.
  • Tecniche di respirazione e rilassamento che calmano il sistema nervoso e riducono l’iperattivazione.
  • Attività fisica che scarica l’eccesso di energia e favorisce la produzione di neurotrasmettitori regolatori.
  • Relazioni sicure e supporto sociale che sono una potente forma di regolazione emotiva.
  • Psicoterapia, soprattutto approcci come la terapia somatica, EMDR, o la terapia focalizzata sul trauma, lavorano direttamente sulla regolazione del sistema nervoso.

Lavorare sulla finestra di tolleranza significa aiutare la persona a riconoscere i propri stati interni e ad ampliare gradualmente la capacità di restare presente e regolata anche in situazioni difficili.
Il primo passo è capire cosa accade nel corpo e nella mente.
Attraverso la psicoeducazione, il terapeuta spiega come funziona il sistema nervoso, cosa sono la finestra di tolleranza, l’iper e l’ipoattivazione.
Questa consapevolezza aiuta a normalizzare certe reazioni e a ridurre il senso di “essere sbagliati”.
Una volta imparato a riconoscere i segnali precoci di disregolazione, come tensione muscolare, respiro corto, battito accelerato o sensazione di intorpidimento, esistono tecniche di regolazione come esercizi di respirazione e grounding.
Le Terapie orientate al corpo, come la psicoterapia sensomotoria, lavorano sul corpo per rilasciare tensioni e blocchi, permettendo al sistema nervoso di “completare” risposte emotive interrotte (come fuggire o difendersi durante un evento traumatico).
Se c’è un trauma di fondo che ha ristretto la finestra di tolleranza, la terapia può aiutare a elaborarlo in modo sicuro. Tecniche come l’EMDR o l’Internal Family Systems (IFS) sono efficaci nel lavorare con memorie traumatiche senza far rivivere il dolore in modo travolgente.
Un punto centrale rimane la relazione col terapeuta che è di per sé regolativa.
Una relazione sicura e accogliente, infatti, aiuta il cliente a sperimentare stati di calma e connessione che il sistema nervoso può poi “imparare” a riprodurre nella vita quotidiana.

Per approfondire:

  • Liotti G., Farina B., Sviluppi traumatici. Eziopatogenesi, clinica e terapia della dimensione dissociativa, Raffaello Cortina Editore, 2011;
  • Ogden P., Minton K., Pain C., Psicoterapia sensomotoria. Interventi per il trauma e la disregolazione emotiva, Giovanni Fioriti Editore, 2010;
  • Siegel D.J., La mente relazionale. Neurobiologia dell’esperienza interpersonale, Raffaello Cortina Editore, 2012;
  • Van der Kolk B., Il corpo accusa il colpo. Mente, corpo e cervello nella guarigione del trauma, Raffaello Cortina Editore, 2014.

Autrice: Lorella Cartia

error: Contenuto protetto !!