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Famiglie ricostituite: la casa si allarga

Per famiglie ricostituite si intende la composizione di un nuovo nucleo familiare a seguito dell’unione di due partners che provengono da un matrimonio naufragato dal quale, almeno uno dei due, ha avuto dei figli.
Tale particolare assetto relazionale che si viene a delineare nella formazione del nuovo sistema familiare, presenta diverse criticità ma anche punti di forza, sia per gli adulti che per i bambini.
Innanzitutto, sembrerebbe quasi inevitabile ritrovare nelle famiglie ricostituite situazioni, soprattutto iniziali, di crisi più o meno manifeste e intense correlate a diverse modalità di affrontare le difficoltà e di ridefinire ruoli e confini, questi ultimi spesso poco chiari e diffusi.
Un ulteriore elemento di complessità potrebbe essere rappresentato da una mancata elaborazione della rottura del legame precedente e di condizioni di alta conflittualità frequentemente associate alla gestione dei figli, a dinamiche di triangolazione degli stessi o ad alleanze che vedono i bambini protagonisti inconsapevoli di scontri, ricatti e ripicche.
Affrontare una nuova relazione, pertanto, necessita in primo luogo di non essere sovraccaricata da passati dissapori o svincoli affettivi non ancora completati.
Per poter crescere ed evolvere in senso funzionale, le famiglie allargate saranno chiamate ad affrontare numerosi cambiamenti, sia in termini di legami affettivi che coinvolgono inevitabilmente i figli, sia pratici, dovuti alla convivenza, agli stili di vita differenti, alle modificazioni di equilibri da ridefinire sempre nel totale e primario rispetto dei tempi di tutti i membri del sistema.
Per quanto ogni situazione sia unica e diversa, sussistono alcuni principi comuni su cui è possibile far leva per una più adeguata gestione delle dinamiche interne alle famiglie ricostituite.
Di basilare importanza, vista la non immediata chiarezza dei confini all’interno del sistema, è provare a distinguere in modo netto il ruolo dei genitori, i quali, per quanto non rappresentino più una coppia coniugale, continuano comunque a svolgere le proprie funzioni genitoriali.
I nuovi partner relazionali avranno possibilmente compiti di sostegno e collaborazione, ma non di sostituzione dei genitori biologici, al fine di evitare confusione, sovrapposizioni e difficoltà nel riconoscimento dei ruoli.
Tutto questo potrebbe essere agevolato da scambi comunicativi efficaci tra gli adulti soprattutto in relazione alla cura e alle scelte da condividere per il bene dei figli che necessitano primariamente di attenzione e senso di sicurezza, essendo venuto meno il rapporto della coppia coniugale, fattore che potrebbe influenzare negativamente l’accettazione dei nuovi partner dei propri genitori.
I bambini, per un probabile atteggiamento difensivo o per il timore di dover subire nuove perdite, spesso si mostrano diffidenti, gelosi o armati di rancore, ed è per tali motivi che gli adulti sono chiamati ad un’attiva collaborazione per sostenere il processo di elaborazione delle nuove emozioni sperimentate e di adattamento alla situazione e alla diversa organizzazione familiare.
Il partner in questo può divenire un vero e proprio alleato, costituendo anche una valida risorsa affettiva per gli stessi bambini.
Creare una famiglia allargata o ricostituita può quindi rappresentare un fattore protettivo con un positivo potenziale poiché potrebbe fornire ulteriori e preziose esperienze di legame, altri punti di riferimento e opportunità di sperimentare equilibri e abitudini diverse, maggior spirito di collaborazione come in una vera e forte squadra!

Per approfondire:

  • D’amore S., Le nuove famiglie, Franco Angeli, 2014;
  • Greco O., Maniglio R., Genitorialità, Franco Angeli, 2016;
  • Scabini E., Iafrate R., Psicologia dei legami familiari, Il Mulino, 2019.

Autrice: Ilaria Corona

 

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