Studio psicologia a Roma | Contattaci

RICEVIAMO SU APPUNTAMENTO | PSICOTERAPIA ONLINE

Top

Il motore dell’azione: dal bisogno alla motivazione

Il rientro a lavoro e alla routine quotidiana non è mail facile, soprattutto dopo un lungo periodo di pausa quali le ferie estive, una vacanza, una malattia o la maternità.
Ci si sente paradossalmente fiacchi, senza la giusta spinta e demotivati.

Ma che cos’è la motivazione?

La motivazione può essere definita come il processo che innesca e mantiene il comportamento orientato verso un obiettivo specifico.
L’essere motivato richiede il coinvolgimento di pulsioni biologiche, emotive, sociali e cognitive indispensabili per attivare un certo tipo di comportamento.
Ma quali sono le componenti essenziali della motivazione?
Sicuramente, il desiderio di realizzare qualcosa è un elemento importante per il raggiungimento dell’obiettivo ma, spesso, non è sufficiente altrimenti tutti saremmo vincitori di medaglie, manager di successo, campioni in qualche sport o con una silhouette invidiabile degna della migliore dieta!
Il raggiungimento di un obiettivo richiede, altresì, la capacità di affrontare gli ostacoli con persistenza, tenacia e resistenza nonostante le numerose ed inevitabili difficoltà.

Da dove viene la motivazione?

La motivazione rappresenta, quindi, il motore che muove ogni essere vivente verso il soddisfacimento di un bisogno da cui derivi una gratificazione personale.
Il bisogno, invece, nasce dalla percezione di uno squilibrio tra la situazione attuale e una situazione desiderata che determina una spinta motivazionale per riuscire a realizzarlo o a sublimarlo.
Pertanto, il processo motivazionale attiva e mantiene comportamenti mirati che hanno origine da un’insoddisfazione o una carenza iniziale.
Questa carenza o mancanza può essere connotata da una componente emotiva più o meno intensa.
In psicologia possiamo distinguere motivazioni primarie, che mirano a soddisfare i bisogni primari quali fame, sete, sonno, e motivazioni secondarie, acquisite o apprese dal contesto di vita, che non necessariamente sono legate a motivazioni pratiche, come nel caso del bisogno di avere amici.
Un’ulteriore distinzione riguarda la motivazione estrinseca ed intrinseca.
Le motivazioni estrinseche nascono ed agiscono al di fuori dell’individuo, come condizionamenti spesso correlati ad una forma di riconoscimento sociale, come un elogio, un premio.
Le motivazioni intrinseche, invece, provengono dall’interno e portano a comportamenti correlati alla gratificazione personale ottenuta dal mettere alla prova determinate abilità.
Uno dei più importanti contributi nello studio della motivazione è quello dello psicologo statunitense Abraham Maslow.
Egli elaborò la cosiddetta piramide dei bisogni, ovvero una classificazione gerarchica dei bisogni che guidano la motivazione partendo dai bisogni fisiologici (cibo, acqua, impulso sessuale), ai bisogni di sicurezza (stabilità, protezione), passando per i bisogni superiori di appartenenza e di stima e culminando con il bisogno di autorealizzazione.
In questa direzione, Bowlby ha provato come il legame di attaccamento che si crea tra il bambino e la madre costituisca un sistema motivazionale primario.
Si tratta di una predisposizione innata a ricercare la vicinanza emotiva di un membro di riferimento in grado di soddisfare bisogni di cura, accudimento soprattutto davanti a pericoli.
Questa tendenza è riscontrabile, negli uomini, per tutto il ciclo di vita e ne motiva molti comportamenti.

Ma cosa succede se la motivazione decresce? Cosa fare?

Motivazione ed emozioni sono strettamente correlate. Ciò vuol dire che, più la motivazione è forte, più si adorna di elementi emotivi ed affettivi.
Allo stesso modo, se attribuiamo una grande importanza emotiva ad una motivazione, potremo affrontarla con più grinta e determinazione.
Quando, invece, le emozioni sono troppo intense, possono costituire un blocco nell’azione e nel conseguimento dell’obiettivo facendoci sentire demotivati.
La mancanza di motivazione corrisponde ad una risposta naturale a delle emozioni che proviamo in certi momenti difficili della vita come la delusione, il fallimento, lo sconforto e lo stress.
Ecco alcune strategie che possono rivelarsi efficaci in queste circostanze:

  • rivalutare e modificare gli obiettivi precedenti se non sono più in linea con i valori personali;
  • risignificare e valorizzare i traguardi già raggiunti che andranno a costituire le memorie di esperienze positive, utili per rafforzare il senso di sicurezza e di autoefficacia;
  • sviluppare un pensiero laterale, ovvero cambiare prospettiva in modo da individuare strategie diverse per raggiungere uno stesso obiettivo;
  • utilizzare tecniche di rilassamento o self-talk e provare a condividere i propri obiettivi in un gruppo comune che aiuti a mantenere alta la motivazione.

Per approfondire

  • Maslow Abraham H., Motivazione e personalità, Armando Editore, 2010;
  • Nuttin j., Teoria della motivazione umana. Dal bisogno alla progettazione, Armando Editore. 1980;
  • Schmalt H.D., Psicologia della motivazione, il Mulino, 1986.

Autrice: Lorella Cartia

error: Contenuto protetto !!