La rottura dell’alleanza terapeutica: quando la danza si ferma
Quando una persona decide di intraprendere un percorso terapeutico con un professionista, all’interno della stanza di terapia si delinea un processo dinamico interessante tra il paziente e il suo terapeuta che sfocia in un legame che diventerà rassicurante, solido e stabile, pur nelle continue oscillazioni, e porterà alla costruzione di una relazione terapeutica cui entrambi contribuiscono in maniera attiva, ognuno con le proprie caratteristiche personali, emotive e personologiche.
Tale alleanza terapeutica, che costituisce l’elemento rappresentativo della relazione terapeutica, nasce quindi dalla danza armonica di due personalità e di ciò che si crea tra di loro, e che culmina con la condivisione di obiettivi di benessere e di crescita psicologica.
Questo incontro diviene così determinante da influenzare persino l’esito del trattamento, come dimostrato da molteplici studi.
Ma cosa succede quando questa alleanza si rompe?
La rottura dell’alleanza terapeutica è un momento delicato all’interno del processo psicoterapico e può essere considerato come un vero e proprio breakdown di quel coinvolgimento e partecipazione reciproca tra paziente e terapeuta che può portare ad una resistenza al cambiamento o ad un mancato accordo sugli obiettivi da raggiungere durante il percorso.
Le modalità con cui può verificarsi tale rottura possono essere molteplici: dirette o indirette, implicite o esplicite.
Tra le tipologie di rottura dell’alleanza terapeutica in grado di minacciare il prosieguo della terapia distinguiamo la rottura da ritiro e quella da confronto.
Nel primo caso, il paziente racconta aneddoti o esempi che non dicono niente di sé, intellettualizza o razionalizza spostando il focus sugli altri e sull’esterno.
Nel secondo caso, la rottura dell’alleanza terapeutica si esprime attraverso la manifestazione diretta di emozioni quali rabbia, risentimento, rancore nei confronti della terapia o del terapeuta stesso.
Capita spesso che molti pazienti mascherino il loro disagio nei confronti del terapeuta non riuscendolo a verbalizzare e, talvolta, che sia il professionista a non cogliere tali segnali di disagio.
A volte, la rottura nel legame terapeutico può assumere forme differenti a seconda della patologia del paziente.
Nei pazienti borderline, che presentano difficoltà nella regolazione degli impulsi, ad esempio, l’espressione del proprio disagio tende a manifestarsi in maniera diretta, intensamente elevata e con modalità spesso aggressive e manipolatorie.
Nei pazienti con disturbo narcisistico di personalità, caratterizzato da mancanza di empatia e senso di sé grandioso, capita che queste caratteristiche ostacolino sin dall’inizio la formulazione di un contratto terapeutico e la condivisione di obiettivi terapeutici e, ancor prima, la costruzione di un’alleanza terapeutica.
Allo stesso modo, nel paziente con disturbo di personalità paranoide, dove la sospettosità e la diffidenza sono elementi cardine, sarà molto difficile poter porre le basi per una buona alleanza.
Ancora, nei pazienti con disturbo d’ansia o con disturbo evitante di personalità, i sentimenti di inadeguatezza o di insicurezza, con maggiore probabilità porteranno l’espressione della rottura dell’alleanza terapeutica in maniera indiretta ed implicita per il timore eccessivo di perdere il sostegno dell’altro, in questo caso del terapeuta.
Risulta evidente, quindi, che la risoluzione delle rotture relazionali rappresenti il fondamento del cambiamento in psicoterapia.
Nella pratica clinica, diventa essenziale la capacità del terapeuta di riconoscere i segnali di una cattiva alleanza terapeutica che, consciamente o inconsciamente il paziente gli invia, al fine di monitorarne costantemente l’andamento.
Ma ancora più determinante, una volta riconosciute le modalità di rottura, è l’abilità del terapeuta di utilizzarle in maniera trasformativa, accorgendosi del proprio contributo nel mantenimento di tale ciclo disfunzionale, e individuando le modalità più funzionali per la salvaguardia del lavoro terapeutico e dell’alleanza stessa.
Per approfondire:
- Bara B.G., Dinamica del cambiamento e del non cambiamento. Bollati Boringhieri, 2007;
- Giusti E., Barbuto F., Cambiamento e resistenza in terapia: l’aderenza veloce al trattamento, Sovera edizioni, 2014;
- Liotti G., Monticelli F., Teoria e clinica dell’alleanza terapeutica. Una prospettiva cognitivo-evoluzionista. Raffaello Cortina Editori, 2014.
Autrice: Lorella Cartia