
Il burnout dell’empatia: quando anche il cuore si stanca
L’empatia è la capacità di mettersi nei panni degli altri e comprendere le loro emozioni, prospettive e sentimenti. È una qualità umana fondamentale che ci permette di stabilire connessioni significative con gli altri e di offrire supporto emozionale.
Ma da quali componenti è costituita l’empatia?
L’empatia può essere suddivisa in tre componenti principali:
- l’empatia cognitiva, che consente di comprendere i sentimenti e le prospettive degli altri attraverso l’analisi razionale. Coinvolge la capacità di leggere le espressioni facciali, le reazioni emotive e di interpretare il linguaggio del corpo;
- l’empatia emotiva, ovvero la capacità di condividere e sentire le emozioni degli altri. Quando qualcuno è triste o felice, essa ci consente di provare emozioni in risposta alle sue;
- l’empatia compassionevole, è la forma più attiva di empatia, poiché richiede azioni concrete per aiutare chi è in difficoltà offrendo supporto e conforto.
Tuttavia, questa straordinaria risorsa emotiva, come qualsiasi altra risorsa, può tendere ad esaurirsi. Quando questo avviene, si parla di “burnout dell’empatia”, o empathy burnout.
Cos’è il burnout dell’empatia e come si manifesta?
Il burnout dell’empatia è un fenomeno complesso caratterizzato da un eccessivo sforzo emotivo ed empatico investito nelle relazioni e nell’aiuto agli altri.
È importante sottolineare che il burnout dell’empatia non riguarda solo coloro che svolgono professioni d’aiuto come medici, infermieri, psicologi o che lavorano con persone anziane o disabili, ma anche persone dotate di una forte sensibilità, vocazione e propensione all’altruismo.
Tra i principali sintomi del burnout dell’empatia, troviamo:
- affaticamento emotivo intenso, dato dalla costante esposizione alla sofferenza degli altri che nel corso del tempo può portare ad una grande quantità di stress emotivo;
- disconnessione emotiva per cui, invece di sentirsi empatici e vicini agli altri, coloro che soffrono di burnout dell’empatia possono iniziare a sentirsi distanti e distaccati dalle emozioni altrui: questa disconnessione può portare sentimenti di colpa e impotenza;
- stanchezza fisica e mentale, che causa difficoltà a concentrarsi e perdita di interesse nelle attività quotidiane;
- cambiamenti nel comportamento o di umore, che spesso si traduce in una maggiore irritabilità, ansia o depressione;
- isolamento sociale o ritiro, derivato dalla sensazione di essere sopraffatti allo scopo di proteggersi dalle emozioni degli altri;
- problemi fisici, quali mal di testa, disturbi del sonno e problemi gastrointestinali.
Quali possono essere le cause del burnout dell’empatia?
Il burnout dell’empatia può derivare da una varietà di situazioni e circostanze. Tra le più comuni:
- perfezionismo empatico, più presente in persone che si pongono standard irrealistici, cercando di essere sempre presenti per gli altri e di risolvere tutti i problemi, senza mai prendersi cura di se stessi;
- identificazione eccessiva con le esperienze e le sofferenze degli altri, fino a trascurare le proprie esigenze;
- sovraccarico emotivo legato sia alle vicende proprie o di familiari, ma anche su larga scala che, a lungo termine, può portare alla disconnessione o alla fatica emotiva.
Come prevenire e gestire il burnout dell’empatia?
Per mantenere la salute emotiva e relazionale può essere utile:
- imparare a porci limiti, stabilendo dei confini chiari nelle relazioni e cominciando a dire di no quando è necessario;
- prenderci cura di noi stessi, dedicandoci del tempo per ricaricare le nostre energie emotive. L’autocura può includere il relax, l’esercizio fisico o qualsiasi attività che ci aiuti a ristabilire l’equilibrio;
- parlare con qualcuno, condividendo le nostre emozioni con un amico, un familiare o un professionista, può aiutarci a trovare strategie per affrontare il carico emotivo;
- imparare a sviluppare l’empatia verso noi stessi, validando le nostre emozioni, mostrandoci accoglienti e comprensivi con noi e non giudicandoci troppo duramente.
Il burnout dell’empatia è un fenomeno reale, ma con la consapevolezza e le strategie adeguate, possiamo prevenirlo e gestirlo in modo efficace, garantendo che il cuore rimanga sempre aperto per gli altri senza compromettere per questo la nostra salute emotiva.
Per approfondire
- Ekman P., “Emozioni svelate: riconoscere volti e sentimenti per migliorare la comunicazione e la vita emotiva”, Times Books, 2003;
- Lazarus R., Folkman S., “Stress, valutazione e coping”, Springer Publishing Co., 1984;
- Taylor S., Folkman S., “Psicologia della salute”, McGraw-Hill Education, 2018.
Autrice: Lorella Cartia